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Scoperto un traffico illecito di rifiuti speciali tra le province di Ancona e Macerata

Oltre 640.000 tonnellate di materiali provenienti da più di 50 cantieri sarebbero state scaricate illegalmente in varie località

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Carabinieri Forestali

A conclusione dell’operazione denominata “Fango & Cash“, i Carabinieri Forestali di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e Rimini hanno eseguito misure cautelari a carico di cinque persone e quattro società che avrebbero trafficato illecitamente rifiuti speciali.

Le indagini condotte dalle forze dell’ordine hanno infatti fatto emergere come diversi imprenditori e funzionari pubblici si fossero messi d’accordo al fine di occultare oltre 640.000 tonnellate di materiali in terreni o attività non a norma: tali rifiuti, provenienti da più di 50 cantieri situati nelle province di Ancona e Macerata, sono così finiti in tre cave di Fabriano, Jesi e Arcevia, in un terreno agricolo di Chiaravalle, in tre impianti di gestione rifiuti di Castelbellino, Corridonia e Camerata Picena e in un cantiere edile ubicato presso quest’ultimo territorio comunale.

La finalità principale di tale organizzazione era quella di smaltire senza troppi problemi la gran mole di materiali di scarto prodotta dai suddetti cantieri, materiali in certi casi inquinanti o contaminati da sostanze nocive.

Scattate le manette nei confronti del 64enne M.E. e del 36enne M.M., entrambi residenti in provincia di Ancona e posti ora agli arresti domiciliari. Il 47enne B.L., co-amministratore di un impianto di Senigallia dedicato alla gestione e alla produzione di compost, è stato invece colpito dal divieto di esercitare l’attività imprenditoriale, misura identica a quella applicata al 40enne V.R., anch’esso dirigente di un impianto di frantumazione a Camerata Picena.

L’attività illecita era resa possibile dagli atti di corruzione portati avanti da un 54enne residente in provincia di Macerata, S.R. le sue iniziali, il quale dovrà ora sottostare all’obbligo di dimora. Una ventina inoltre le persone iscritte al registro degli indagati, tra cui funzionari della Provincia di Ancona, della Regione Umbria e del Comune di Fabriano, per i quali l’accusa è quella di corruzione e abuso d’ufficio.

Mediante il blocco di alcuni conti correnti, sono quindi stati sequestrati 4.969.924 euro tra denaro e altri beni. Stessa sorte per 76 camion e 7 mezzi d’opera intestati a due società collocate a Castelbellino e Ancona, che si sarebbero occupate del trasporto dei rifiuti arrivando persino a falsificare i formulari e i certificati della analisi.

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