Jesi, Anarchici: “Non può essere messa in discussione l’equità della salute”
Consideriamo che sull’ospedale di Jesi e sulla riorganizzazione della sanità vadano specificate alcune priorità. Se realmente l’ospedale è strutturato per rispondere all’intensità di cure e alla complessità assistenziale, una sua organizzazione solo attraverso tagli di posti letto e di personale è inefficiente ed inefficace in termini di risparmio e di cure.
A meno che non si prospettino certezze assistenziali sul territorio, a livello domiciliare, nell’accesso a prestazioni e servizi senza dover pagare di tasca propria, e ricorrere al privato, l’inefficienza delle lunghe liste di attesa. Le professionalità presenti nel territorio jesino e più in generale nell’area vasta devono essere valorizzate nell’ottica dell’integrazione socio-sanitaria. Il terrorismo psicologico delle mobilità, i colpi di mano estivi, la guerra fra bande su competenze e torte da spartire non ci interessano e non devono ledere la salute dei cittadini e la professionalità dei lavoratori.
A Jesi come in provincia e in regione su queste tematiche si giocheranno interessi, poltrone e tagli del welfare. Dal canto nostro chiediamo in primo luogo ai cittadini, all’associazionismo (es. tribunale per i diritti del malato, ordini professionali), ai sindacati e ai partiti la massima vigilanza sulla questione. Gli amministratori devono essere in grado di dare risposte organizzative chiare e certe in termini di assistenza, cura e accesso ai servizi, per i bisogni socio-sanitari della collettività, in particolare di coloro che sono più a rischio e fragili sul piano socio-economico. Non può in alcun modo essere messa in discussione l’equità della salute garantita da un welfare pubblico e universalista.
da Federazione Anarchica Italiana
Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi
Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
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