L’enoalimentare delle Marche? Senza appeal nel marketing si rischia grosso
La comunicazione nel comparto dell’enoalimentare ha assunto pari importanza delle tecniche di produzione e del prodotto stesso con investimenti, attorno alla costruzione dell’immagine e all’implementazione di articolati piani di marketing, che sono destinati a crescere per fidelizzare il portafoglio clienti e per raggiungere nuovi obiettivi strategici.
I nuovi linguaggi dell’advertising per il settore sono dettati dal contenuto seduttivo suscitato dal prodotto in virtù dei legami con l’arte e la cultura del territorio decodificati tramite i codici espressivi e l’allure del fashion. L’utenza cosmopolita delle nuove economie è influenzata dai contenuti emozionali della moda patinata e dal simbolismo emulativo di nuovi stili di vita emergenti.
E’ questo il quadro emerso dal forum per l’Est Europa sul futuro della comunicazione e del marketing nel settore enoalimentare che si è tenuto presso l’Accademia di Scienze Enologiche di Vinicky nella regione vitivinicola del Tokaj.
In occasione della XIV edizione dell’International Wine Competition, la promoter-sommelier Eva Kottrova – budapestina ma “marchigiana di adozione” come ama definirsi – ha espresso i suoi convincimenti riguardo a molti dei tradizionali approcci pubblicitari ormai senescenti e privi di appeal “che rischiano di generare una pericolosa convergenza competitiva per la comunicazione di un’offerta storicamente polverizzata, coinvolgendo le aziende a confrontarsi senza incisività con prodotti sempre più simili e con identiche modalità espressive, disperdendo inoltre preziose risorse finanziarie in attività superflue o conflittuali”.
L’attuale momento di crisi economica obbliga gli stati del Vecchio Continente, con la domanda interna contratta o addirittura in fase di glaciazione, a dialogare con le economie già ampiamente emerse spostate sempre più ad est nell’Europa o nell’oriente del globo e l’attenzione dei comunicatori deve essere rispettosa di culture profondamente diverse da quelle esplorate fino ad ora.
I nuovi fruitori saranno sempre più difficili da raggiungere e fidelizzare perché più eruditi sulle reali differenze tra i prodotti e il livello della percezione del brand sarà sempre più elevato. Il passaggio dalla società dell’indigenza a quella del benessere opulento ha generato desideri legati a gratificazioni psicologiche del consumatore e bisogni di appartenenza a nuovi stili di vita; di conseguenza la comunicazione dovrà vestire il prodotto di suggestioni gaudenti introducendo caratteri di unicità.
La Kottrova, nota pasionaria della cultura italiana e strenua sostenitrice della corretta informazione alimentare con particolare riguardo alla nutrigenomica mediterranea oltre che innamorata della perfetta armonia dei sapori marchigiani, non ha esitato a scagliare frecciatine avvelenate nei confronti di svariati media esteri di settore colpevoli, a suo dire, di dissertare su tutto fuorviando i tanti stranieri appassionati dell’enogastronomia del Belpaese con il pressapochismo di articoli, ricette e reportage del tutto approssimativi e a volte frutto di distorte interpretazioni.
Anche giornalisti del settore enogastronomico provenienti da diverse nazioni, recentemente invitati nelle Marche per partecipare a manifestazioni culinarie, sono rimasti alquanto perplessi nel constatare l’enorme differenza esistente tra quanto in loro conoscenza e la realtà della sapienza autoctona in cucina.
da Bargain Office
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