Possiamo parlare all’infinito e organizzare tavoli politici bilaterali per parlare di crisi, crescita e sviluppo, ma se non sciogliamo il nodo del credito e non procediamo verso uno snellimento burocratico ogni nostra fatica è nulla.

Dobbiamo tornare ad essere credibili e ciò è possibile solo attraverso la ripresa dell’economia reale, l’unica capace di creare ricchezza, lavoro, l’unica che unisce crescita e coesione sociale. Il contributo della politica di coesione all’economia reale è fondamentale anche nell’attuale contesto della crisi finanziaria, e non l’inverso. La Grecia non riesce oggi a raggiungere concretezza nell’economia reale per mancaza di fondi disponibili per sostenere lo sviluppo in quanto le disponibilità sono state tutte destinate alla copertura del debito e al rientro del deficit. Dall ‘altro canto il nostro governatore Draghi cerca di intervenire nel sistema bancario applicando condizioni vantaggiose per creare denaro da investire, sperando che tali condizioni sostengano l’economia reale, ma visto l’uso che le banche hanno fatto di tale denaro, non si è verificata la ripresa economica sperata.

Entrambe le metodologie si scontrano con la crisi quotidiana e nessuna delle due danno risultati positivi. La situazione attuale richiede soluzioni tempestive ed efficaci al fine di poter dare una speranza all’economia reale e poi fiducia alla finanza globale. La BCE deve ritrovare un suo ruolo forte e ben preciso, invece di parlare di Euro Bond, Project Bond o vari fondi Salva Stati, la Banca Centrale dovrebbe essere in grado di operare sui mercati con politiche monetarie espansive o recessive, in relazione al bisogno del momento. La politica dei prestiti è fine a se stessa, non può e non sarà in grado di far ripartire lo sviluppo e la sua reale l’economia.

da Dino Latini
consigliere regionale