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Brunori Sas scrive, canta e suona. E fa tutto bene. Lo ha dimostrato anche ad Ancona

Il concerto di mercoledì 4 maggio al Palaprometeo raccontato da Simone Luchetti con le sue parole e le sue fotografie

Brunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone Luchetti

Dopo alcuni rinvii causa pandemia parte da Ancona il tour 2022 di Brunori Sas che segue l’uscita di “Cheap!”, ultimo lavoro contenente cinque nuove canzoni, definito l’appendice, il “fratellino storto” del precedente “Cip!”

Palaprometeo quasi al completo, con brani tratti da “Cheap!” e look radical chic, Dario, come lo chiamano i fans, apre il concerto in perfetto orario nonostante lunghe file agli ingressi per il controllo mascherine su cui il servizio d’ordine vigila scrupolosamente.

Brunori Sas scrive, canta e suona. E fa tutto bene.

Brunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone LuchettiBrunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone LuchettiBrunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone Luchetti

“Un divertissement nato dalla voglia di realizzare qualcosa di leggero visti i tempi gravi” – dice Brunori Sas sul suo feed Instagram. Cinque pezzi nuovi che parlano di globalizzazione, maschilismo, politica, borghesia e cantautorato con una retorica sdrammatizzante che tuttavia non distoglie il focus dai risvolti sociali ed umani dei temi trattati. Non è arcaica né pesante e nemmeno rompe troppo le scatole ma centra il bersaglio e lascia il segno.

La critica non fa sconti. Brunori Sas parla di maschi “chiusi in bagno col righello a stimare la lunghezza di un uccello troppo piccolo per volare sulla loro insicurezza” e di “una bimba, 15 anni, con il cellulare in mano, cita un passo di Neruda con le tette in primo piano” (in “Yoko Ono”)

Così in “Ode al cantautore” Brunori Sas parla di un “suddito del Regno di Milano”, che non ha problemi a vestirsi da giullare per vender dischi, ponendo il paragone con i grandi del passato da De André a De Gregori: “un surrogato voluto da un mercato che vive di cliché… o di cachet”

Brunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone LuchettiBrunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone LuchettiBrunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone Luchetti

“Il giallo addosso” – acre critica sociale: “sotto casa mia a San Fili non ci sono più bambini, ne è rimasto solo uno che ora pensa al suo futuro, proprio come fa un bambino di Pechino o di Seul, solo che ora qui il futuro non c’è più”) o la politica “Italiano-Latino” dove scimmiottando lo spagnolo (“all’acqua de rosas”) parla della avanzata della destra nostalgica (“esperando che un giorno lui possa tornare a parlar dal balcon”) e “Figlio della borghesia” (“Noi siamo i figli della borghesia, la quintessenza dell’ipocrisia” […] “siamo liberi di fare tutto quello che ci pare anche se quello che ci pare in fondo nessuno sa cos’è”)

Ad accompagnarlo una band capace di sostenerlo e valorizzarne un linguaggio complesso, fatto di grossolanità ricercate e spontanee, nel suono come nei testi, assieme ad una paventata ed esorcizzata retorica meridionale ed un approccio a tratti volutamente kitsch, ricco di richiami iconici agli anni ’80 come in un fumetto di Zerocalcare. Gli arrangiamenti disegnano un mondo cucito addosso a Brunori Sas, con una sezione fiati che spazia da staccati da jazz band ad atmosfere stile Bregovic. Il fraseggio del cantato è pregevole e alterna tratti volutamente poco curati a momenti articolati dove sembra di intravedere le abilità di giocoliere di Lucio Dalla o le ciclicità del verso che eludono gli appoggi tradizionali, finendo e ricominciando allo stesso tempo che ci rimandano al primo Battiato e, più recentemente, a Max Gazzè.

Brunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone LuchettiBrunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone LuchettiBrunori sas in concerto ad Ancona - Foto Simone Luchetti

La seconda parte del concerto va a pescare dai lavori passati che il pubblico conosce a memoria, raggiungendo momenti di emotività intensa come in “Guardia ’82”, e “Lei, Lui, Firenze”dove tutto il palazzetto canta ad una voce accompagnato dalla sola chitarra di Brunori Sas.

Il bis ci regala “La verità” e “Arrivederci tristezza” la cui coda sfocia in un interminabile applauso durante il quale Brunori presenta la band formata da Massimo Palermo alla batteria; Stefano Amato: basso e violoncello; Alessandro “Asso” Stefana alla chitarra; Dario della Rossa alle tastiere (“ai tasti bianchi ed anche a quelli neri”); Lucia Sagretti: violino, percussioni, cori (“ai bonghi, al violino, ai falsetti… una paesana”); Mirko Onofrio: fiati, percussioni e cori; la sezione di fiati: Mauro Ottolini al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba, Andrea Pimazzone al sax e Paolo Malacarne alla tromba. 

Prima di congedarsi definitivamente e dopo una lunga lista di ringraziamenti, una dedica alla figlia nata lo scorso ottobre: “A Fiammetta, mia figlia… Bella di papà”

di Simone Luchetti

 

Guarda le altre foto realizzate da Simone Luchetti su www.distorieviste.it/brunorisas/

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