Montemarciano, opposizione su ripascimenti e rifiuti: “Il sindaco riferisca in consiglio”
Mentre il sindaco fa proclami roboanti sulla sospensione dei pagamenti e sulla costituzione di parte civile del Comune di Montemarciano, gli uffici producono atti che, di fatto, aprono la strada alla liquidazione di oltre 320mila euro all’impresa che ha eseguito i disastrosi lavori sul lungomare.
Per questi motivi, il 17 ottobre abbiamo depositato un’istanza urgente per la revoca della determina del capo settore per la liquidazione del saldo finale alla ditta Simaco. Nella stessa istanza, abbiamo chiesto a Sindaco e Giunta di riferire sul tema, con urgenza, al consiglio comunale. Le vicende, più o meno oscure, legate alla – ribadiamo – disastrosa realizzazione delle opere urgenti di difesa costiera a nord del torrente Rubiano, a nostro parere, sono lontane dall’essere terminate. Ma quello che però è già evidente a chiunque sono le pesanti responsabilità politiche a cui sindaco ed assessore alla difesa della costa non possono sottrarsi. Riteniamo opportuno ricordare, a questo proposito, che fin dall’inizio di questa legislatura ci battiamo affinché vi sia un cambio di strategia, sia progettuale che di visione politica, nella lotta all’erosione sulla costa montemarcianese.
Ed evidentemente, l’attualità non può che rafforzare le nostre tesi. Abbiamo contestato, e contestiamo ancora, con ancora più forza, l’ultimo progetto – proprio quello che al momento è oggetto di indagini per accertare il disastro ambientale da sversamento in mare di rifiuti speciali – perché inadeguato a difendere quel tratto di costa dagli effetti devastanti delle mareggiate di levante che, temiamo, prima o poi torneranno a flagellare il nostro litorale. Avevamo sollevato anche questioni di merito nella procedura per l’affidamento dei lavori di realizzazione, poiché una gara d’appalto che produca ben otto offerte sospette di anomalie ritenevamo fosse già di per sé un evento straordinario, su cui era necessario fare delle valutazioni oggettive e non ideologiche. Avevamo sollevato quesiti in merito ad alcune singolari richieste, presentate dal Comune alla Regione, rispetto a come sarebbero state reimpiegate le risorse derivanti da un eventuale ribasso d’asta, in un momento in cui le procedure di gara non erano ancora state espletate.
Avevamo anche chiesto conto dei ritardi per l’inizio lavori, nonostante fossero stati giudicati urgenti, poiché dopo oltre 13 mesi dai drammatici e rovinosi eventi che li avevano richiesti, non c’era alcuna traccia di avvio. Evitando di ricordare le pessime risposte ed accuse ricevute dal sindaco e dalla giunta in tutti questi casi, vogliamo evidenziare, in definitiva, come l’illegalità non sempre si annidi dietro appalti truccati: nel caso di Montemarciano, è stato sufficiente sfruttare la scelta politico-amministrativa di bandire una gara al massimo ribasso, perché l’obiettivo era destinare le risorse rimanenti per ulteriori progetti, tra l’altro difformi dal piano regionale così come evidenziato nel rapporto di V.I.A. In conclusione, basandoci su quanto drammaticamente rivelato dalle recentissime indagini, chiederemo anche di verificare il collaudo dell’opera e quindi il compenso al collaudatore, essendo a questo punto ragionevolmente plausibile che le scogliere potrebbero poggiare, in tutto o in parte, su un ammasso di rifiuti, anziché sul materiale previsto.
da Maurizio Grilli, Bernardo Becci, Michela Magnini
consiglieri comunali
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