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Intervento del Pres.di Legacoop Marche, Simone Mattioli, sulla crisi

Esprimiamo grande preoccupazione per l’allargarsi della crisi dal mondo finanziario a quello produttivo, i cui effetti, settimana dopo settimana, stanno aumentando. Il mondo produttivo conviveva da circa un anno e mezzo con le difficoltà del mondo finanziario (dall’agosto del 2007 che gli istituti di credito non si prestano soldi l’un l’altro), ma ora sta facendo i conti con difficoltà che prescindono dalla crisi finanziaria, anche se è ovvio che questa ne aggrava ulteriormente la portata.


Nei giorni scorsi, la Regione Marche ha riunito il Tavolo di monitoraggio anticrisi, con le organizzazioni e le istituzioni regionali maggiormente coinvolte sugli aspetti economici del territorio. Abbiamo accolto con soddisfazione l’attenzione e le volontà dimostrate nei confronti delle imprese e della tutela dell’occupazione. Siamo d’accordo con l’attivazione del Fondo di solidarietà e relativi bandi x le imprese, nella duplice direzione di alleggerirne le esposizioni bancarie e di sostenerne l’accesso al credito per la riconversione produttiva. Così come pare importante la disponibilità della Regione al raddoppio dei Fondi Bei per i processi aggregativi e di capitalizzazione delle imprese. Importante sarà farlo anche con il coinvolgimento dei Confidi.

Ma non possiamo limitarci a questo. Da una parte siamo fermamente convinti che le misure che si intraprenderanno saranno utili per questa attuale emergenza nel momento in cui saranno misure per lo sviluppo, a prescindere dall’attuale emergenza. Dall’altra, è altrettanto chiaro che non solo di crisi finanziaria si tratta, né delle conseguenti difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese. Siamo in presenza di una convivenza fra più crisi: di una crisi complessa, perché nuova nella sua identità. Se uno studioso come Rifkin vede in questa crisi gli albori della III rivoluzione industriale, significa che è andato in crisi un modello di sviluppo. Di conseguenza, non può esserci un’unica soluzione alla crisi, non può essere sufficiente intervenire sulla dotazione di un unico strumento o nella direzione unica di sostegno al sistema creditizio.

La crisi dell’economia reale è prima di tutto una crisi di competitività e, oltre al credito, bisogna fortemente supportare il potenziamento della competitività delle imprese nelle sue molteplici dimensioni.

Uscire da questa crisi non dipenderà dagli 1 o 2 o 10 anni che dovremo attendere secondo le diverse teorie di politici ed economisti. Penso che la parola ‘attendere’ sia pericolosissima, per uscirne non si tratta di aspettare, resistere un determinato tempo, ma di interpretare prima possibile il cambiamento necessario da adottare per rafforzare la competitività. Se ciò avviene, si può uscire anche entro 6 mesi da questa crisi, anche perché alcune imprese non sono affatto in crisi e se si va a vedere perché, si scoprirà che sono imprese che negli anni appena trascorsi hanno già attuato i più importanti processi di cambiamento: in ambito finanziario (con originali forme di sostentamento), in ambito tecnologico (con significative scelte di innovazione), in ambito organizzativo (attuando il ricambio generazionale e valorizzando la ricerca), in ambito commerciale (sperimentando da tempo la dimensione internazionale e globale) e in ambito produttivo (innalzando la qualità e inventando nuovi, più attuali e sostenibili prodotti), ecc. ma soprattutto hanno assunto il cambiamento, il dinamismo nella flessibilità aziendale, come elemento identitario dell’impresa contemporanea di successo. Oggi, il mercato sta chiedendo alle imprese, ciò che le imprese una decina di anni fa hanno iniziato a chiedere ai lavoratori: flessibilità!  Chi non ne vuol sapere, chi si nasconde, chi ha paura, chi, simbolicamente, si rinchiuderà dentro casa non ne uscirà forse nemmeno fra 10 anni…

Ecco perché sono convinto che questa crisi nasconda anche delle opportunità, che coglieranno però solo quelli che sapranno interpretare il cambiamento e governare le conseguenti dinamiche organizzative e gestionali.  

Da Simone Mattioli – Presidente Legacoop Marche

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Domenica 1 febbraio, 2009 
alle ore 18:59
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