Ancona: la situazione dell’aria non migliora
La qualità dell’aria ad Ancona negli ultimi anni non sembra aver mosso passi significativi in direzione del miglioramento. I dati, presentati pochi giorni fa in occasione della partenza del Treno Verde di Legambiente, sembrano infatti la fotocopia di quelli rilevati dall’ARPAM nel primo mese del 2007.
Proprio a novembre di quell’anno ci occupammo della questione polveri sottili, denunciando la correlazione della loro presenza senz’altro con il traffico veicolare, aggravata da ulteriori fattori come le condizioni atmosferiche, la presenza del porto e di attività industriali.
Allora si sottolineò l’inadeguatezza delle timide politiche intraprese dalle Istituzioni e si chiesero con forza programmi precisi per affrontare il problema. È scoraggiante dover tornare a rimarcare e chiedere le stesse cose a distanza di tempo, poiché significa che niente di realmente efficace sia stato attuato.
“I dati-fotocopia di quelli del 2007 sono emblematici, parlano da soli” è il commento unanime delle Associazioni “e ci illustrano una situazione disastrosa rimasta sostanzialmente invariata. Dalle Istituzioni e in primis dalle forze politiche che aspirano a governare la città ci aspettiamo finalmente la risposta decisa che non abbiamo mai avuto”.
La logica dei parcheggi scambiatori e dei collegamenti rapidi è quella vincente e proprio sull’ottimizzazione della mobilità è giusto che si prema con decisione e senza timori.
Poco utili sarebbero invece ulteriori grandi parcheggi in pieno centro, che attirerebbero altri automobilisti, aggravando il peso già insostenibile del traffico e peggiorando notevolmente la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico. Altrove in Europa, peraltro, questo si è intuito già da molto tempo e la realizzazione di posti auto all’interno dei centri abitati è una pratica ormai accantonata.
Per il futuro prossimo, auspichiamo una politica più chiara e decisa nella risoluzione di questo problema grave, che da troppo tempo affligge Ancona e colpisce la salute dei cittadini.
Dal Coordinamento delle Associazioni per la Tutela del Patrimonio e per l’Ambiente
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