Settimo anniversario dalla scomparsa del Tenore Franco Corelli
Anche quest’anno per volontà di Marco Corelli, cugino e referente in vita del celeberrimo Tenore Franco Corelli, mito della Lirica Planetaria, al quale si sono ispirati la maggior parte dei cantanti ed in particolar modo i Tenori, proclamato a Parigi nel 1999, da una Commissione di esperti Mondiali: Il più grande tenore del ‘900 e soprannominato dai migliori critici della carta stampata mondiale: Il tenorissimo, Mister Sold Out, Il Principe dei Tenori, verrà celebrata una Santa Messa, che avrà luogo il giorno 07/11/2010 nella Chiesa di San Domenico, in Piazza del Plebiscito (comunemente detta Piazza del Papa) alle ore 18,15.
L’edizione di questo anno è l’ottava considerando la prima che fu organizzata sempre da Marco, a distanza di un mese dalla triste dipartita, nella Cattedrale di San Ciriaco ed officiata dall’Arcivescovo Franco Festorazzi e dai compianti Mons. Paolucci Paolo e Mons. Enzo Serenelli e cantata dall’impareggiabile Corale Bellini, alla quale Franco e la famiglia Corelli è particolarmente legata, sia artisticamente che affettivamente, poiché ha annoverato tra i suoi artisti, diversi membri della famiglia, e che Franco ha molto frequentato, anche durante la sua sfolgorante carriera.
Per quanto riguarda la Corale sempre tassativamente anconetana, l’esecuzione quest’anno è stata affidata alla Corale della Misericordia, Diretta dal M° Maria Elena Romagnuolo (anche M° Direttore del Coro della Polizia di Stato), M° accompagnatore all’organo Stefania Rossi, Soprano solista Margherita Hibel, la quale verrà coadiuvata in qualche brano dal tenore Emil Bernat, membri della corale stessa, e naturalmente dagli artisti del Coro. Verranno eseguiti brani di J.P.Lècot –Inno del Giubileo ( brano composto appositamente per il Giubileo), M. Frisina, A. Cimini, C. Franck, M. Joncas. Come di consuetudine, prima dell’inizio della liturgia e dopo la fine della stessa, verranno fatti ascoltare 2 brani di musica sacra interpretati da Franco Corelli. Officierà l’impareggiabile Don Elio Lucchetti, grande esperto di musica, non solo Sacra.
Mi fa molto piacere che in questi giorni, in particolare Il Messaggero, si stia occupando dell’Arte di Franco e di conseguenza oltre che dell’Artista, della persona. Franco in vita è stato sempre troppo modesto ed umile, ciò non glia ha reso un buon servizio, ma è forse questo, che lo rende più Grande. E’ oltremodo risaputo che egli non si sia mai vantato, nè per la carriera, nè per il vasto repertorio affrontato, ne per i successi riscossi e tantomeno per i world record guinnes conquistati (come ad esempio aver inaugurato 7 volte la stagione della Scala, solo perché nel contratto con il Metropolitan, gli era fatto divieto di inaugurare la stessa per ovvii motivi di concorrenza; e 13 volte il Metropolitan di New York).
Lungimirante è stata la giornalista del Messaggero Malandrino, che in prima pagina della cronaca di Ancona del 30 c.m., ha fatto riferimento alla Cina, lei non credo sapesse che nel 1999, Corelli è stato invitato, attraverso l’Ambasciatore pro tempore in Italia, a recarsi nella capitale, per instituire e dirigere una scuola di canto, mettendogli a disposizione qualsiasi cosa avesse preteso. Lui mi aveva telefonato stupito e meravigliato, per la proverbiale modestia che lo contraddistingueva, dicendomi, Marco non sai che mi ha telefonato………. .
Sarebbe interessante per svariate motivazioni, anche di interesse pubblico, culturale ed economico a favore della nostra tanto bistrattata economia locale, come ho già più volte prospettato e sollecitato ad alcuni rappresentanti e/o Dirigenti di Enti Pubblici, di poter creare degli eventi ed un Museo Multimediale stabile, all’altezza del suo spessore, che lo ricordino e che possano rendergli giustizia per collocarlo nella giusta posizione che merita, unendo l’utile al dilettevole. A tal proposito esiste anche un progetto studiato dal sottoscritto, coadiuvato da un professore dell’ Università degli Studi di Ancona, che è stato illustrato e presentato, ma a tutt’oggi è rimasto ancora lettera morta. Chi è dell’ambiente e gli amanti della Lirica preparati, lo sanno bene, si tratta di allargare la conoscenza al grande pubblico soprattutto per quelli che per motivi di età, non hanno avuto modo di poterlo conoscere ed apprezzare, per far capire loro, perché questo Artista è stato, e sempre sarà Grande. Un Artista del quale potersi vantare ed inorgoglirsi, da utilizzare come immagine di Ancona e del suo teatro, delle Marche e dell’Italia nel Mondo. Forse questo non è stato e non sarà facile, perché stiamo assistendo sempre più ad un decadimento dei valori assoluti e della meritocrazia, in una sorta di esaltazione della mediocrità, e questo in tutti i campi, figuriamoci in un settore come quello della Lirica che è sempre più bistrattato, anche per i tagli alla spesa pubblica, per una Arte che ci viene invidiata da tutti e che ci identifica nel Mondo, nulla di più sbagliato. Ed allora assistiamo all’utilizzo indiscriminato di aggettivi superlativi assoluti, utilizzati per artisti che, valutati in senso assoluto, dovrebbero essere considerati mediocri, ma che in realtà avendo saputo sfruttare sapientemente i mass media, il gossip e non essendo per niente modesti, assurgono alle cronache “come i più grandi”, perché si è perduta la cultura ed il senso della misura. In altre epoche certi personaggi che cantano, aggiustandosi le vocalità anche fino a due toni sotto, rispetto a come è stata scritta una opera, non avrebbero mai cantato in Teatro, ma ora chi se ne accorge? forse neanche gli addetti ai lavori. Se consideriamo poi che di mezzo c’è ” l’Interesse” non solo da parte degli interessati, ma anche da parte delle case discografiche e spesso anche da parte di persone scorrette e prive di etica e/o morale, ecco spiegato il perché dell’oblio, in quanto il confronto con chi davvero meriterebbe gli aggettivi superlativi, sarebbe davvero catastrofico e devastante, sia dal punto di vista Artistico che economico. Penso che per colmare questo gap, bisogni insistere in questa opera di sensibilizzazione ed acculturamento intrapresa da parte di certa stampa illuminata, utilizzando anche i moderni mezzi messi a disposizione dall’ innovazione: internet. Bisogna compiere una opera di acculturamento e coinvolgimento di massa, per poi passare alla fase tecnica vera e propria,. A riprova di quanto detto, basti pensare che ho dovuto lottare a Sua insaputa, per farlo chiamare ad inaugurare il teatro della sua città natale, riaperto dopo 60 anni di silenzio e nel quale avevano cantato nostro nonno Augusto, i suoi zii Corrado e Viero mio padre e suo fratello Ubaldo; e successivamente dopo la Morte, per fargli intitolare lo stesso teatro, che dopo 7 anni dalla stessa, attualmente deliberato dal Consiglio Comunale, è rimasta ancora lettera morta, affossata dalla burocrazia. Pur non volendo fare paragoni con altri personaggi, che non hanno avuto la sua valenza Planetaria, che comunque meritavano anch’essi un riconoscimento, ma con senso delle proporzioni. Senza voler fare polemica, forse il Mito Franco Corelli è troppo ingombrante? E non si è all’altezza di celebralo? Non lo voglio nemmeno pensare!
da Marco Corelli
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