Ripascimento spiaggia di Montemarciano. “Fallimento del progetto”
WWF Marche e Legambiente chiedono a Regione e Provveditorato opere pubbliche lo stop e l'individuazione di soluzioni alternative

Sono bastate solamente poche mareggiate per asportare buona parte della ghiaia utilizzata per il ripascimento della spiaggia di Montemarciano (contrariamente a quanto previsto dai modelli del progetto), fino ad arrivare alla quasi totale asportazione come nei pressi dello stabilimento Heidi, che il 12 aprile ha annunciato di rinunciare alla stagione balneare.
In questo caso è veramente spiacevole avere ragione, ma il WWF Marche fin dall’inizio ha espresso una forte contrarietà al progetto riguardo l’inefficacia del ripascimento, l’impatto ambientale a carico dell’ecosistema fluviale, l’assenza del Progetto Generale di Gestione del Fiume Esino e del Programma per la gestione dei sedimenti, come previsto dalla Legge Regionale n. 31 del 2012.
Il WWF, in un comunicato di alcune settimane fa, aveva dato pienamente ragione agli operatori economici interessati dall’erosione della spiaggia, causata da fattori antropici, i quali avevano affermato che l’intervento di ripascimento senza protezione con scogliere era destinato ad una durata limitata, prevedibile in qualche anno. Purtroppo, la realtà si è rilevata ancor più negativa delle previsioni, con l’asportazione di buona parte della ghiaia già nelle prime settimane dopo l’intervento, smentendo quanto dichiarato solamente una settimana prima, il 4 aprile, dal Provveditorato, soggetto esecutore del progetto, che nella zona sarebbe rimasta la spiaggia senza problemi e che l’intervento sarebbe durato 10-15 anni.
Anche Legambiente circolo “Martin Pescatore” ha riscontrato alcune criticità e ha chiesto chiarimenti ai Carabinieri Forestali, Polizia Provinciale ed ARPAM riguardo la bontà del progetto e la qualità dei sedimenti trasportati sul lungomare.
Ad oggi la ghiaia lungo il fiume Esino è stata prelevata in un’area (la n. 1 rispetto alle quattro previste), nel comune di Falconara e si prevede nell’autunno inverno prossimo di iniziare nell’area 2 posta più a monte, nel Comune di Chiaravalle.
L’erosione di buona parte della spiaggia appena realizzata ha dimostrato l’inefficacia del progetto di ripascimento, confermando le criticità espresse dal WWF Marche e Legambiente che chiedono alla Regione Marche e al Provveditorato alle opere pubbliche di fermare la realizzazione del progetto, identificando soluzioni alternative, al fine di evitare uno sperpero di risorse pubbliche ed ulteriore impatto ambientale a carico del fiume Esino.
Si chiede una ridefinizione dell’assetto dell’intera area, altrimenti è del tutto inutile buttare milioni di euro in interventi inefficaci, inutili e impattanti.
Occorre un piano di analisi dei sedimenti che parta da un piano di azione il quale si proponga innanzitutto la riqualificazione fluviale, piuttosto che considerare il fiume soltanto come una cava da sfruttare, e lasciando la gestione dei sedimenti come aspetto collaterale fondato su analisi realizzate della stessa ditta incaricata dei lavori.
Serve definire una nuova concezione di fruibilità, di mobilità e di sicurezza dell’area, con soluzioni che siano ecosostenibili e che possano considerare anche la delocalizzazione e la riprogettazione dei nuovi spazi.
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