Rischio edificatorio nel Parco del Conero
Il Presidente dell’Ente Parco del Conero sostiene la necessità di regole sovraordinate alla quale i Comuni del Parco debbano attenersi.
Il territorio di questo Parco è già stato infatti sfruttato dall’edilizia per una notevole fetta pari al 15%. Si è abusato di fatto del suolo disponibile per uno sviluppo urbanistico ben al di là delle reali esigenze.
E’ impellente perciò l’esigenza di regole che, superando le mere previsioni quantitative dei piani regolatori, puntino sulla qualità dello sviluppo e lo coniughino con la tutela dell’ambiente e del paesaggio.
Il nuovo Piano del Parco, attualmente al vaglio della Regione Marche, presenta, nella formulazione attuale, luci ma anche molte ombre e, proprio per fugare queste ultime, Legambiente è impegnata nel confronto con le Istituzioni, insieme al più ampio movimento Mare Libero, che raccoglie in sé associazioni e molti cittadini.
Uno degli elementi al contrario decisamente positivi del nuovo Piano e da noi favorevolmente accolti è proprio il Me.V.I., citato dallo stesso Giacchetti, quale efficace strumento per uno sviluppo urbanistico ben pianificato, condiviso e a consumo minimo di nuovo suolo.
“Molte cose nel nuovo Piano potrebbero essere migliorate ma il Me.V.I. può contribuire notevolmente ad orientare la pianificazione verso l’ottica matura della qualità e non solo della quantità dello sviluppo urbanistico” osserva Fabio Barigelletti, presidente del Circolo Legambiente del capoluogo. “Occorre irrobustire il Me.V.I. elaborando eventualmente ulteriori strumenti, per indirizzare correttamente le singole istanze provenienti dai Comuni, che altrimenti potrebbero agire disordinatamente e nuocere così al territorio".
La Regione Marche, che si auspica migliori e trasformi presto in legge il nuovo Piano del Parco, ha in primis la facoltà ed il dovere di sostenere questa scelta, confermando lo strumento del Me.V.I. ed estendendolo da subito anche all’edilizia pubblica, attualmente esente.
Sarebbe opportuno inoltre, a nostro avviso, che l’Amministrazione Provinciale confermi l’appoggio già espresso, spendendo di nuovo parole a favore di questo approccio alla pianificazione dell’uso del territorio. Invitiamo infine i Comuni del Parco a riflettere sui vantaggi che una programmazione organica ed improntata alla qualità offrirebbe loro in termini di ottimizzazione urbanistica e di valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale.
Da Legambiente Marche
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