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Ancona celebra Franco Scataglini e gli dedica il parco del Cardeto

Parco del CardetoAncona celebra uno dei sui figli più illustri, Franco Scataglini, dedicandogli il parco del Cardeto, il più bello e suggestivo della città: 45 ettari di verde immersi letteralmente all’interno del centro storico.

L’intitolazione è prevista per domenica 25 luglio e avviene in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita del poeta (1930-1994). L’appuntamento è alle 18.30 all’ingresso di via del Cardeto, dove si svolgerà l’intitolazione ufficiale, alla presenza del sindaco Fiorello Gramillano, della presidente della Provincia Patrizia Casagrande e della signora Rosellina Massi Scataglini, moglie del poeta.
 


Alle 21.30 al Vecchio Faro è previsto l’evento dal titolo “M’hai lasciato un giardì”, con una serie di letture e testimonianze di alcuni dei più importanti poeti marchigiani, allievi e sodali di Franco Scataglini: Gianni D’Elia, Guido Garufi, Maria Grazia Maiorino, Umberto Piersanti, Francesco Scarabicchi e Norma Stramucci, con interventi musicali di Gianluca Gentili. Per raggiungere il Vecchio Faro saranno disponibili bus navetta da piazzale Martelli: andata ore 20.40, 21.00, 21.20, 21.40; ritorno ore 23.00, 23.20, 23.40. In caso di maltempo il programma si svolgerà al Ridotto del Teatro delle Muse.

L’intitolazione del Parco del Cardeto e, in generale, le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della nascita di Franco Scataglini sono state progettate in collaborazione con l’associazione Nie Wiem. Il programma delle celebrazioni è curato da Valerio Cuccaroni e Luigi Socci.  Le celebrazioni sono cominciate il 24 giugno con la proiezione del videoritratto di Scataglini Esplumeor realizzato da Stefano Meldolesi.

La scelta di ricordare il nostro concittadino in occasione dell’ottantesimo anniversario della sua nascitaspiega il sindaco di Ancona Fiorello Gramillanoè dettata dalla convinzione degli amministratori di questa città che il contributo dato da Scataglini con il suo lavoro alla sua terra vada assolutamente sottolineato e valorizzato. Desideriamo ricordare insieme con tutti i suoi familiari, amici ed estimatori questo artista unico e originale che ha dato un grandissimo impulso alla questione della lingua e alla cultura poetica in senso più ampio”.

Scataglini – afferma l’assessore comunale alla Cultura Andrea Nobili – è uno dei più grandi poeti del secondo dopoguerra italiano, una figura prestigiosa che Ancona deve ricordare, soprattutto perché la sua poesia si incarna profondamente nel tessuto della nostra identità cittadina. Il portato della sua opera, inoltre, ci offre una occasione unica per far varcare alla nostra città i confini del suo territorio, promuovendo il lavoro e il contributo culturale di questo artista il cui valore è oggi indiscusso”.

Franco Scataglini ha saputo infatti cantare luoghi e personaggi di Ancona, utilizzando come base linguistica il dialetto locale e nobilitandolo con il costante riferimento alla grande tradizione della poesia italiana, da Jacopo da Lentini a Montale e Caproni. Egli è riuscito, in questo modo, a nobilitare il dialetto di Ancona con la creazione di un originale idioletto, «variante preziosa e pigmentata della lingua letteraria» (Mengaldo).

Scataglini, inoltre, si è impegnato in prima persona per la crescita culturale di Ancona e dell’intero territorio marchigiano, incentivando, dalla fine degli anni Settatanta in avanti, giovani intellettuali emergenti, come il critico Massimo Raffaeli, i poeti Gianni D’Elia e Francesco Scarabicchi, a non seguire le orme degli scrittori marchigiani precedenti, che lasciarono le loro città natali per trasferirsi nelle grandi città, ma invitandoli a restare, radicando la propria poesia nell’hic et nunc del proprio territorio. Nel 1980 nacque così la trasmissione radiofonica Residenza per la testata regionale di Rai Radio Tre e due anni dopo l’omonima casa editrice.

Mentore di numerosi poeti che sarebbero poi divenuti le migliori voci della poesia marchigiana di fine secolo, all’inizio degli anni Novanta, dopo la consacrazione avvenuta con la pubblicazione del poema La rosa per Einaudi, con prefazione di Cesare Segre, Scataglini ha poi continuato a incontrare i giovani e ha dato vita a Poesia in giardino, incontri estivi con grandi poeti italiani, proseguiti dopo la sua scomparsa da Raffaeli e Scarabicchi.

Franco Scataglini nasce ad Ancona nel 1930. Durante la seconda guerra mondiale viene sfollato a Chiaravalle e nella biblioteca del paese incontra  la poesia. Finita la guerra, le prime passioni politiche lo portano assieme ad altri giovani intellettuali, tra cui Italo Calvino, in Unione Sovietica, ma il viaggio gli procura una forte delusione nei confronti del socialismo reale.

All’età di vent’anni pubblica Echi, una raccolta di versi in italiano, ripubblicata nel 1987 dall’Editore L’Obliquo di Brescia. Riconosciuta l’immaturità di questo primo esperimento, Scataglini intraprende il lungo approndistato da autodidatta: grazie a Pier Paolo Pasolini e Gianfranco Contini riconosce nel proprio dialetto la matrice di quella lingua volgare da cui ha avuto origine la letteratura italiana. Così, nel 1973, arriva, anche grazie all’interessamento del Plinio Acquabona e dell’editore Carlo Antognini, la prima raccolta di poesie in anconitano, E per un frutto piace tutto un orto, e, quattro anni dopo, So’ rimaso la spina. In questo periodo, si consolida anche l’attività pittorica di Scataglini. Nel 1982 pubblica Carta laniena (Premio Carducci). Nel 1987 pubblica Rimario agontano, autoantologia a cura di Franco Brevini che include la sezione inedita Laudario (Scheiwiller, Milano). Nel 1992 dà alle stampe il poema La rosa, riscrittura del medievale Le roman de la rose con introduzione di Cesare Segre, che lo colloca definitivamente fra i maggiori dialettali del secondo Novecento. La sua ultima opera, El Sol, è un poema autobiografico pubblicato postumo da Mondadori.

Franco Scataglini muore la notte del 28 agosto 1994 nella sua casa di Numana. Il suo corpo riposa nel piccolo cimitero del paese.

Il Parco del Cardeto si estende per 45 ettari e si sviluppa all’interno del centro di Ancona. Al suo interno si conservano testimonianze e reperti storici e culturali appartenenti a epoche diverse, a partire dall’epoca greca del culto dionisiaco, fino alla occupazione napoleonica. Il parco congiunge di fatto, con una serie di percorsi verdi, i due “mari” di Ancona, il porto e il Passetto, che segnano gli estremi del nucleo storico del capoluogo marchigiano, noto a tutti come città dalla tipica conformazione a gomito, in cui il sole sorge e tramonta sul mare.
Il Cardeto ospita, fra le altre costruzioni, il Campo degli Ebrei, a picco sul mare, con 178 cippi funerari di epoche diverse, dal XV al XIX secolo. E proprio al «cimitero abrevo» è dedicata una delle più belle liriche di Scataglini: Proemio, in Carta laniena, 1982, cfr. Pier Vincenzo Mengaldo, Il cimitero abrevo, L’Obliquo, Brescia, 2001.

Info: www.comune.ancona.it – Urp del Comune di Ancona tel. 071 222 4343 Numero Verde 800 653 413

dal Comune di Ancona

Redazione Ancona Notizie
Pubblicato Martedì 13 luglio, 2010 
alle ore 21:23
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