E’ la democrazia, bellezza
Mi sono preso un po’ di tempo per riflettere sui risultati della due giorni elettorale ed eccomi qua a condividere con chi vorrà le mie considerazioni. Il segnale è chiaro, nonostante il polverone di dichiarazioni dei vari capi partito che servono, a mio avviso, solo a rassicurare le truppe per mantenere lo status quo. Il vincitore è Grillo. Indiscutibilmente. Da solo. Il primo partito d’Italia.
Basta guardare qui in casa, nelle nostre Marche dove, a parte la riserva indiana della Provincia di Ancona, il Movimento 5 Stelle è risultato essere il più votato in tutte le province.
Falconara non fa eccezioni. Quasi il 30% dei falconaresi, alla Camera, ha messo la crocetta sui grillini (non amano essere chiamati così ma “cinquestellini” come ho sentito l’altro giorno a Un giorno da pecora, non mi entusiasma).
E gli altri? Nelle Marche il Partito Democratico partiva da 405.050 voti conquistati nel 2008 e ora ne ha 256.968. Il Pdl ne aveva 342.498. È sceso a 162.475 (più 19.992 di Fratelli d’Italia). Non mi fate prendere la calcolatrice. Parlo direttamente, a occhio, di dimezzamento dei consensi.
E sbaglia chi cerca di minimizzare. Mi è piaciuta l’analisi di Gianluca Busilacchi, giovane consigliere regionale del Pd, che ha invitato i suoi a concentrarsi sul “bicchiere mezzo vuoto”, a riscoprire un rapporto con l’elettorato. Non penso che Grillo sia la cura. Il suo risultato è però il sintomo della malattia di cui soffre una politica che negli anni ha perso sempre di più il contatto con la realtà.
Per me, amministratore cittadino, è più difficile. Esci di casa, vai in ufficio, cammini per strada e sei a contatto costantemente con i cittadini. Lontani di palazzo, dalle ruberie che leggiamo sui giornali e ascoltiamo nei tg, il rapporto a livello locale è più diretto, immediato. Senza filtri. Ecco, occorre un modo nuovo di interpretare il ruolo di politico. Che passa per l’ascolto, la partecipazione facendo conciliare entrambi con la sintesi.
Il recente passato falconarese ci dà qualche esempio. Al decisionista Carletti dobbiamo lavori pubblici audaci e un mare di debiti che abbiamo dovuto ripianare spezzandoci la schiena. Al partecipativo (almeno in apparenza) Recanatini, il nulla amministrativo e la prematura fine per via dei veti incontrati in città e nella sua maggioranza.
Noi? In questi anni ci siamo mossi con responsabilità e ci abbiamo sempre messo la faccia. Senza l’aiuto di nessuno. A maggio saremo chiamati a rendere conto del nostro operato. E spetterà ai cittadini dare una valutazione del nostro operato. Perché alla fine vince chi ha i voti. È la democrazia, bellezza, e tu non puoi farci niente.
da Clemente Rossi
vicesindaco di Falconara Marittima
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