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Esalazioni nella bassa Vallesina, accertata la provenienza dalla raffineria Api

Tra fine dicembre e inizio febbraio l'Arpam ha riscontrato la presenza di ossidi di zolfo, benzene e idrogeno solforato

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La raffineria Api di Falconara Marittima. Foto tratta da gruppoapi.com

Le concentrazioni di ossidi di zolfo, benzene e idrogeno solforato registrati dalle centraline Arpam tra fine dicembre e inizio febbraio, oggetto di oltre 400 segnalazioni da parte dei cittadini, possono essere ricondotte all’attività industriale della raffineria di Falconara.

Una conclusione che tiene conto sia del tipo di sostanze analizzate, sia delle condizioni climatiche e della direzione del vento nei giorni in cui si sono concentrate le segnalazioni.

E’ quanto si legge in una relazione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche, recapitata nella giornata di ieri 12 marzo ai sindaci di Falconara, Camerata Picena, Chiaravalle, Monte San Vito e Montemarciano. La relazione era stata espressamente sollecitata il 15 febbraio dai sindaci, che ora chiedono interventi immediati affinché il fenomeno non si ripeta in futuro.

I sindaci, che a fine gennaio si erano incontrati al Castello di Falconara Alta per fare fronte comune e il 30 gennaio erano stati ricevuti in Prefettura, chiedono una revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale della raffineria e riprendono le richieste formalizzate in merito dal dottor Saverio Ordine, prefetto di Ancona, all’indomani dell’incontro con i sindaci in una lettera indirizzata all’Arpam, alla Regione Marche, all’Ast e per conoscenza al Ministero dell’Ambiente, all’Ispra e ai vigili del fuoco.

In particolare viene richiesto che la raffineria completi senza ulteriori ritardi la copertura dei serbatoi e risolva tutte le problematiche tecniche legate alle operazioni di smistamento che avvengono al pontile.

Alle autorità ambientali viene chiesto che, per tutelare i cittadini da potenziali rischi sanitari, venga messo a punto un sistema completo di monitoraggio dell’aria che interessi tutti i Comuni coinvolti, compreso il posizionamento dei cosiddetti ‘nasi elettronici’ in grado di tracciare gli odori provenienti dalle realtà industriali presenti sul territorio.

La relazione predisposta da Arpam ha messo in evidenza come, nel periodo compreso tra il primo dicembre 2023 e il 15 febbraio 2024, ci siano stati giorni in cui sono arrivate ai vari enti di controllo (tra cui la stessa Arpam e i Comuni coinvolti) decine di segnalazioni: il record nella giornata del 17 gennaio (60 segnalazioni), seguita dal 4 gennaio (42 segnalazioni) e dal 5 gennaio (40 segnalazioni). Le esalazioni, in prevalenza indicate come ‘idrocarburi’, sono state avvertite a Falconara, Camerata Picena, Chiaravalle, Montemarciano, Monte San Vito, ma anche nella zona nord di Ancona, ad Agugliano e Monsano. Stando all’Ast non ci sono evidenze che siano state nocive per la salute.

Proprio per l’estensione del fenomeno, ribadiscono i sindaci, è importante che le misure per far cessare le esalazioni vengano adottate nell’immediato.

La richiesta di un intervento è stata avanzata al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin tramite l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi anche a nome del sindaco Stefania Signorini.

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