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Delitto di Agugliano: pena ridotta a Maria Andrada per l’omicidio del marito

La corte d'assise d'appello concede le attenuanti generiche ma conferma l'interdizione dei pubblici uffici e il risarcimento alle bimbe

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La Procura della Repubblica di Ancona

Pena ridotta per la 28enne che nel 2014 uccise il marito in una casa di Agugliano e poi tentò di far passare il delitto per suicidio. La Corte d’assise d’appello di Ancona ha infatti diminuito gli anni di carcere per Maria Andrada Bordea che il 2 marzo di due anni fa tagliò la gola al marito.

La riduzione (da 16 a 14 anni di carcere) della pena inflitta in primo grado è stata stabilita dopo aver concesso le attenuanti generiche (per via della precaria situazione familiare) che hanno, di fatto, “pareggiato i conti” con le aggravanti dell’omicidio, ovvero l’essere imparentata con la vittima e lo stato di minorata difesa dell’uomo.

La sera del 2 marzo 2014, come si ricorderà, Maria Andrada Bordea aspettò che il marito Dimitru Bordea tornasse a casa: poi, in seguito all’ennesimo litigio a causa dell’alcol, della depressione e delle precarie condizioni economiche e lavorative di lui, uccise il 33enne con un coltello alla gola. Infine inscenò il tentativo di suicidio affermando che l’uomo le chiese di portare via le bimbe per togliersi la vita. La corte non ha creduto alla tesi della legittima difesa né all’eccesso colposo di difesa sostenuta dai legali della 28enne.

La donna è stata inoltre interdetta a vita dai pubblici uffici e dovrà risarcire con 50mila euro ciascuna delle due bambine di 4 e 7 anni delle quali le è stata tolta la patria potestà e che sono ora con la zia paterna.

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